Il trattamento endodontico consiste nella rimozione del nervo dall’interno del dente e dal successivo sigillo della zona da esso occupata.
Una volta effettuata la “devitalizzazione”, nel caso in cui l’infezione persista o si ripresenti (recidiva), questa non si risolverà spontaneamente, rendendo necessario ritrattare il dente.
Dunque si procederà con il ritrattamento dell’elemento dentale, il quale consiste
- nella rimozione del vecchio materiale di sigillo,
- detersione dei canali radicolari e
- posizionamento di un nuovo sigillo.
Nel caso preso in questione la paziente riferisce un fastidio intermittente relativo ai molari superiori e inferiori del lato sinistro, non riuscendo a individuare il dente responsabile dei sintomi. In seguito ad un esame visivo e radiografico 2D e 3D sono stati diagnosticati un processo carioso a carico del secondo molare sinistro (2.7) e un’infezione apicale nel primo molare superiore sinistro (2.6).
Come si può vedere sia dalla Rx pre operatoria che dalla TAC, l’infezione apicale a carico di ciascuna delle 3 radici è stata causata dalla precedente terapia canalare incongrua.
Si è proceduto alla rimozione della capsula per poter accedere ai canali radicolari e al posizionamento della diga per isolare il campo di lavoro. Reperiti i 3 canali principali ed esclusa la presenza di un eventuale quarto canale, si è proceduto alla rimozione della guttaperca e al sondaggio dei canali.
Nella radice mesiale è stato impossibile raggiungere l’apice a causa di una calcificazione come è stato confermato dalla TAC, perciò la radice è stata preparata fino al blocco.
Terminata la sagomatura e la detersione laser attivata delle radici (SWEEPS) si è proceduto alla prova dei nuovi coni di guttaperca e alla chiusura delle radici.
Passati 6 mesi dal termine della cura è stata eseguita una Rx di controllo, dalla quale si apprezza la completa guarigione del processo infettivo.